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Cosa sono i Core Web Vitals e come leggerli

Introduzione

Quando navighiamo su un sito web, la velocità di caricamento, la reattività e la stabilità della pagina determinano la qualità dell’esperienza.

Google ha creato i Core Web Vitals proprio per misurare questi aspetti, con l’obiettivo di aiutare chi gestisce un sito a capire come migliorare la navigazione per i visitatori.

In questo articolo scoprirai cosa sono, perché sono importanti e come interpretarli, insieme ad altre metriche rilevanti che completano l’analisi tecnica di un sito.

 

Contachilometri


Cosa sono i Core Web Vitals

I Core Web Vitals sono tre parametri fondamentali definiti da Google per valutare l’esperienza utente sul web:

1. LCP – Largest Contentful Paint (Rendering dell’elemento più grande)
Misura il tempo che impiega il contenuto principale di una pagina per essere visibile. È un indicatore della velocità di caricamento percepita dagli utenti.

Valori di riferimento:

  • Buono: ≤ 2,5 secondi
  • Da migliorare: tra 2,5 e 4 secondi
  • Scarso: > 4 secondi


2. INP – Interaction to Next Paint (Interazione al prossimo rendering)

Misura il tempo che intercorre tra l’interazione dell’utente (come un clic, un tap o la pressione di un tasto) e il momento in cui la pagina mostra visivamente la risposta a quell’interazione.

Valori di riferimento:

  • Buono: ≤ 200 millisecondi
  • Da migliorare: tra 200 e 500 millisecondi
  • Scarso: > 500 millisecondi


3. CLS – Cumulative Layout Shift (Spostamento cumulativo del layout)

Misura la quantità di movimenti visivi inaspettati della pagina durante il caricamento. È un indicatore della stabilità visiva.

Valori di riferimento:

  • Buono: ≤ 0,1
  • Da migliorare: tra 0,1 e 0,25
  • Scarso: > 0,25


Altre metriche rilevanti

Oltre ai Core Web Vitals, Google segnala anche due metriche aggiuntive utili:

4. FCP – First Contentful Paint (Rendering del primo contenuto)
Misura il tempo che passa dal momento in cui la pagina inizia a caricarsi fino a quando appare il primo elemento visibile (testo, immagine o altro contenuto).

Valori di riferimento:

  • Buono: ≤ 1,8 secondi
  • Da migliorare: tra 1,8 e 3 secondi
  • Scarso: > 3 secondi

Il FCP aiuta a capire quanto velocemente un sito inizia a mostrare qualcosa all’utente, dando un primo segnale che la pagina sta caricando.


5. TTFB – Time to First Byte (Tempo al primo byte)

Misura il tempo che intercorre tra la richiesta di una pagina da parte dell’utente e l’arrivo del primo byte di risposta dal server.

Valori di riferimento:

  • Buono: ≤ 0,8 secondi
  • Da migliorare: tra 0,8 e 1,8 secondi
  • Scarso: > 1,8 secondi


Il TTFB indica la velocità del server e dell’infrastruttura che ospita il sito. Un valore alto può dipendere da server lenti, codice non ottimizzato o connessioni instabili.


Che utilità hanno

Tutte queste metriche servono a trasformare l’esperienza utente in numeri concreti e misurabili. Permettono di individuare eventuali problemi legati a:

  • tempi di caricamento lenti;
  • risposta tardiva agli input degli utenti;
  • elementi che si spostano durante la navigazione;
  • tempi di attesa dovuti alla lentezza del server.

Grazie a questi dati è possibile intervenire in modo mirato per ottimizzare la qualità tecnica del sito.


Come leggerli

Per misurare i Core Web Vitals e le altre metriche rilevanti, Google mette a disposizione diversi strumenti. Il più semplice e accessibile è PageSpeed Insights.

PageSpeed Insights è uno strumento gratuito che analizza le performance di una pagina sia su mobile che su desktop. Basta inserire l’indirizzo del sito per ottenere un report dettagliato che include:

  • I valori dei tre Core Web Vitals (LCP, FID, CLS);
  • Le altre metriche rilevanti (FCP, TTFB);
  • Un punteggio generale (da 0 a 100);
  • Suggerimenti tecnici su cosa migliorare.

Per chi desidera approfondire, Google offre anche altri strumenti:

  • Search Console → sezione “Segnali Web Essenziali”;
  • Lighthouse → integrato nel browser Chrome;
  • Chrome User Experience Report (CrUX) → per dati basati sugli utenti reali.

Tuttavia, per un primo controllo e per chi non ha competenze tecniche, PageSpeed Insights è la soluzione più immediata e comprensibile.

Come impattano sulla SEO

Dal 2021, i Core Web Vitals sono ufficialmente considerati da Google tra i fattori di ranking. Un sito che rispetta i valori consigliati ha maggiori probabilità di posizionarsi bene nei risultati di ricerca, soprattutto quando i contenuti offerti sono simili ad altri concorrenti.

Va comunque precisato che questi parametri non sostituiscono la qualità dei contenuti, ma la integrano. Un sito ottimizzato tecnicamente, ma povero di contenuti utili difficilmente otterrà buoni risultati.


Considerazione finale

I Core Web Vitals e le altre metriche rilevanti rappresentano un’opportunità concreta per migliorare sia la qualità tecnica del sito, sia l’esperienza degli utenti. Non richiedono grandi competenze tecniche per essere letti e interpretati, e possono fare la differenza tra un sito che coinvolge i visitatori e uno che li fa scappare.

Controllare regolarmente questi parametri con strumenti come PageSpeed Insights ti permette di individuare eventuali problemi e di mantenere il tuo sito sempre performante e competitivo, sia per gli utenti che per Google.

 

 



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